Il Body-Mind Centering® (BMC), il Rolfing®/Integrazione Strutturale e il Jeremy Krauss Approach® (JKA) appartengono al campo delle discipline di educazione somatica, ovvero allo studio delle dinamiche d’interazione sinergica tra la mente, l’organismo e l’ambiente alla base dei processi d’individuazione psico-corporea o embodiment.
Il termine “somatica” è stato introdotto intorno al 1970 per designare una varietà di approcci al movimento e alla salute emersi in Occidente, nell’arco del ventesimo secolo, alla confluenza di discipline psicofisiche orientali (yoga, arti energetiche cinesi, arti marziali), delle nuove estetiche del gesto nel teatro e nella danza moderna e contemporanea, e in concomitanza con gli sviluppi di varie correnti in psicologia, nelle pedagogie sperimentali e nelle neuroscienze.
Il promotore della somatica come campo disciplinare a sé stante, il filosofo e teorico del movimento Thomas Hanna (1928-1990), propose di usare la parola greca “soma” nel significato di “corpo vissuto in prima persona”, ovvero “corpo percepito dall’interno”, in opposizione al corpo oggettivabile della conoscenza scientifica.
Le ricerche innovative di Frederick Matthias Alexander, Mabel E. Todd, Elsa Gindler, Charlotte Selver, Ida P. Rolf, Moshe Feldenkrais, Gerda Alexander, Milton Trager, Irmgard Bartenieff, Emily Conrad, Anna Halprin, Bonnie Bainbridge Cohen – solo per citare alcuni dei fondatori delle tecniche più diffuse dalla fine del XIX secolo fino ad oggi -, rompono con la concezione dualistica del corpo-mente e propongono un approccio olistico alla persona, prendendo in considerazione le molteplici dimensioni del suo vissuto (affettivo, percettivo, fisiologico, cognitivo, ecc.).
Unificati in questo paradigma, i metodi somatici esplorano i processi di apprendimento sensomotorio allenando l’ascolto e l’attenzione al minimo gesto e sollecitando l’esperienza e la conoscenza attraverso il corpo.
Inoltre, in questa visione sistemica il soggetto è inseparabile dall’ambiente – fisico, sociale, culturale – in cui si costituisce e con il quale costruisce, senza sosta, rapporti dinamici e legami di senso.
I metodi somatici si situano al crocevia e interagiscono con molti ambiti disciplinari: dalla sfera dell’educazione al movimento nelle discipline artistiche e sportive, a quella della terapia e della riabilitazione neuromotoria, dal benessere psicofisico alla prevenzione in generale.
I metodi somatici non sono pratiche medico-sanitarie e non si rivolgono al trattamento di patologie, ma si fondano su principi metodologici e tecniche sperimentali relativamente a quattro grandi aree d’intervento pedagogico:
– un approccio strutturale, che comporta l’uso di tecniche manuali educative per intervenire in modo mirato sulla struttura fisica – ossea, muscolare, fasciale, viscerale, ecc. –, per favorire la consapevolezza della mappa corporea ed equilibrare, o ripristinare, i rapporti fisiologici di connessione tra le parti;
– un approccio funzionale o neurofisiologico che lavora sulle coordinazioni motorie e percettive della persona, sull’orchestrazione soggettiva dei ritmi e degli stili di movimento, sulle abitudini tonico-posturali e le “melodie cinetiche”;
– un approccio creativo che incoraggia il dialogo tra il “materiale” della sensazione e l’immaginario del gesto, per estendere il paesaggio della percezione e affinare le qualità di movimento;
– un approccio interattivo, che stimola l’apprendimento sensomotorio nelle attività di gioco e di relazione.
La formazione nei metodi di educazione somatica al movimento è dispensata da istituti accreditati dalle rispettive scuole nel mondo intero. I programmi qualificati rispondono ai requisiti curriculari richiesti da associazioni professionali come l’ISMETA (International Somatic Movement Education and Therapy Association).
Dopo aver completato la formazione di base, gli operatori e insegnanti dei diversi metodi mantengono la qualifica professionale attraverso periodici corsi di aggiornamento organizzati dalle rispettive scuole.