M A K I N G C O N N E C T I O N S
Movimenti di relazione e abilità emergenti – un progetto rivolto a bambini con disabilità
MAKING CONNECTIONS è un progetto rivolto a bambini con disabilità per accompagnarli nel processo di sviluppo e miglioramento delle loro capacità motorie, cognitive e relazionali.
MAKING CONNECTIONS sostiene il bambino nella sua esperienza di apprendimento fisico, mentale ed emotivo, coinvolgendo la famiglia e i caregivers nella scoperta e acquisizione di nuove risorse di relazione e comunicazione.
Nato nel 2019 su iniziativa di Thomas Greil e Anka Sedlackova, in seno al centro “Babyfit” di educazione allo sviluppo in età evolutiva a Bratislava (SK), il progetto si basa sugli strumenti dell’educazione somatica, ovvero di quel campo disciplinare che ha per tema la consapevolezza corporea attraverso il movimento, e che comprende diverse pratiche pedagogiche, come l’approccio Body-Mind Centeringâ e il metodo Feldenkraisâ, il Rolfingâ e il Jeremy Krauss Approach, con i loro sistemi specifici di stimolazioni sensoriali e tecniche manuali delicate, d’inviti all’interazione attraverso il contatto e il gioco, l’esplorazione guidata del movimento e dell’ambiente.
MAKING CONNECTIONS si sviluppa intorno a quattro assi di attività
- Sessioni individuali/incontri con bambini e genitori/caregivers
- Sessioni individuali/ incontri con genitori/caregivers
- Laboratori esperienziali per genitori/caregivers e professionisti del settore socio-sanitario
- Incontri tra i genitori/caregivers
L’integrazione sensorimotoria nella prospettiva dell’educazione somatica
Al crocevia tra arti del movimento e pedagogia sperimentale, terapie della riabilitazione e psicologia dello sviluppo evolutivo, e informati dalla ricerca clinica e neuroscientifica contemporanea, gli approcci somatici offrono una varietà di risorse d’intervento per l’integrazione dell’esperienza sensorimotoria.
Le metodologie sono ispirate a una concezione dell’apprendimento come esperienza incarnata di formazione continua di connessioni tra processi mentali, emozionali e fisiologici.
L’apprendimento esperienziale è un processo di formazione di “significati sentiti” a partire dall’organizzazione di un senso del sé emergente che riguarda il corpo, la sua unità, le sue azioni e i suoi stati affettivi ed emotivi.
Confermata dalle ricerche degli ultimi cinquant’anni nel campo della neurologia, la plasticità del sistema nervoso è la chiave per comprendere l’integrazione delle dinamiche percettive e motorie nella riorganizzazione di uno schema d’azione che sia coerente con le stimolazioni cinestetiche, vestibolari, tattili, visive e uditive offerte dall’ambiente. Un approccio alla plasticità cerebrale prende quindi in conto l’ambiente fisico, affettivo e sociale in cui si dispiega l’esperienza del bambino, quali che siano le sue condizioni di sviluppo, di abilità e di dis/agio.
L’ambiente include la famiglia, il tessuto sociale e i suoi spazi – scuole e istituzioni -, così come il collettivo di educatori e/o terapeuti coinvolti nell’accudimento.
È questa maglia di relazioni dinamiche a costituire lo sfondo dei processi di apprendimento e a disegnare la molteplicità dei percorsi di crescita.
Dai micromovimenti alla locomozione nello spazio, dai processi di comunicazione chimica e metabolica al movimento distinto e correlato delle parti del corpo, dall’acquisizione della stazione verticale alla camminata, dall’attività riflessa a quella intenzionale, dalle modalità di orientamento nello spazio alla coordinazione dell’attività motoria con i feedback propriocettivi: lo sguardo sul movimento abbraccia l’insieme delle dimensioni dinamiche per leggere i modi in cui si formano e si cristallizzano i gesti, le posture, le abitudini e gli usi del corpo.
Il processo di attenzione e di ascolto rivolto alle esperienze cinestetiche crea un particolare stato di consapevolezza sensoriale in cui il movimento diventa materia di esplorazione e scoperta, a partire dalle minime distinzioni di qualità, direzione, espressione e relazione.
Se ogni metodo somatico sceglie un tipo diverso di relazione con il corpo per migliorarne le funzionalità, l’intento di MAKING CONNECTIONS è di raccogliere e articolare gli elementi di ogni prassi secondo la loro pertinenza ed efficacia, per comporre di volta in volta l’approccio adeguato alla situazione del bambino e della sua famiglia. In tal senso, non si tratta della semplice applicazione di una tecnica determinata, ma della costruzione situata e dialogica delle proposte pedagogiche in funzione delle circostanze e della loro variabilità.