MAKING CONNECTIONS
in collaborazione con Paola Ponti e Michela Turrini
Making Connections è un progetto internazionale nato nel 2019 da un’idea di Thomas Greil e Anka Sedlackova, e rivolto a bambini/e, genitori, educatori e terapeuti con la convinzione che un cambiamento reale per attuarsi deve avvenire in tutta la costellazione di rapporti intorno alla persona.
Il progetto si rivolge quindi non solo a bambini/e e adulti con bisogni speciali e fragilità psico-fisiche, ma a tutti/e coloro che sono coinvolti in questa esperienza, sia come familiari che come professionisti, offrendo uno spazio di mutuo riconoscimento di competenze e di possibilità di scambio ed incontro tra di esse. Making Connections si basa sui principi del Body-Mind Centering® e su altri approcci somatici e si caratterizza per un approccio delicato, non intrusivo, rivolto ad accogliere la globalità della persona e del processo che coinvolge genitori, familiari e caregivers.
L’obiettivo del progetto Making Connections è di creare uno spazio di condivisione e d’incontro con famiglie e collettivi (associazioni, cooperative, istituti scolastici, ecc.) che vivono l’esperienza della disabilità di uno dei loro membri, per rivolgere uno sguardo sistemico alle risorse e alle competenze già presenti nel contesto di vita così come alle modalità d’interazione con l’ambiente sociale più largo, ai bisogni percepiti e alle mediazioni necessarie.
L’accento posto sulla sfera sensoriale e sulla configurazione percettiva – e non sulla categorizzazione patologica – della persona, permette di accedere alla singolarità del linguaggio del corpo, allenando le capacità di lettura e di ascolto di quello che si esprime nella comunicazione non verbale.
L’approccio somatico ha come sfondo la dimensione cinestesica, invita cioè a coltivare la consapevolezza del movimento e del proprio orientamento nello spazio di azione, a partire dai gesti quotidiani più elementari.
Il processo dello sviluppo neuromotorio in età evolutiva offre un quadro generale per leggere le coordinazioni di movimento in rapporto all’ambiente e ai suoi stimoli: una trama vivente e continuamente cangiante di sensazioni, pensieri, emozioni, immagini.
Gli strumenti pedagogici utilizzati – esercizi elementari, esperienze sensoriali guidate, giochi d’interazione – fanno capo a una varietà di arti del movimento e metodi somatici di cui gli operatori sono insegnanti certificati. È in questo ambiente di dialogo che si possono coltivare nuove possibilità di approccio, sguardo ed incontro nella relazione di cura.
Il progetto si sviluppa intorno a tre assi programmatici:
- Sessioni individuali con i bambini (in presenza dei genitori)
- Sessioni individuali con i genitori
- Un laboratorio di educazione somatica/BMC
Sessioni individuali con i bambini (45 min)
Le prime settimane e i primi mesi di vita creano le basi per gli apprendimenti successivi, per come modelliamo la nostra percezione e la nostra azione nel mondo. Se in questo periodo non si compiono determinate tappe evolutive, c’è sempre la possibilità di farvi ritorno in un’altra fase della vita. La comprensione profonda dello sviluppo rende il nostro sguardo sensibile alle potenzialità presenti e inespresse, piuttosto che alle mancanze. C’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, a prescindere dalle capacità o dalle limitazioni, e al di là di ogni conformità a una norma.
Una consulenza individuale ha come primo scopo di offrire ascolto e sostegno ai bisogni specifici dei bambini e delle loro famiglie. Tramite questo approccio, è possibile trovare risposte ai dubbi e agli interrogativi che possono emergere fin dai primi mesi di vita del bambino, così come durante il percorso di crescita, riguardo allo sviluppo psicofisico, cognitivo ed emotivo. L’educatore offre la sua esperienza per accompagnare le scelte educative, sostenere una comunicazione efficace, riconoscere segnali precoci di disagio. Egli si avvale di un approccio sistemico e include nella sua lettura e analisi anche i bisogni della famiglia, costruendo insieme ai genitori una lettura della situazione in cui il bambino è implicato, e senza trascurare i dettagli riguardanti l’ambiente di vita e le relazioni già stabilite con altri prestatori di cura.
Sessioni individuali per gli adulti (1 ora)
Ci sono situazioni specifiche nella vita che domandano di essere ascoltate e comprese nel loro accadimento. Abbiamo bisogno di rallentare, di prendere coscienza di noi stessi, delle nostre sensazioni ed emozioni. In BMC si dice spesso “il supporto precede il movimento”. In una sessione individuale di BMC, esploriamo insieme un tema particolare, spesso sollecitato da un problema strutturale o funzionale (può essere tanto una limitazione di movimento, che una sensazione di tensione o di disagio), per scoprire cosa vi è dietro. Lavorando con un tocco educativo, l’operatore interviene per liberare i tessuti e portare più fluidità in certe aree del corpo, e incoraggia l’integrazione dell’esperienza attraverso il movimento e la pratica di esercizi specifici, ripetibili a casa. Non c’è un numero predefinito di sessioni, ma un minimo di tre incontri è consigliato per farsi un’idea del lavoro, e comprendere se è in accordo con le proprie esigenze.
Laboratorio di educazione somatica/BMC (durata 3 ore o più)
Il laboratorio di 3 ore è un incontro per esplorare lo sviluppo sensomotorio nella prospettiva somatica del BMC. È aperto a chiunque desideri affinare la consapevolezza dell’esperienza corporea: genitori con neonati e bambini che cominciano a fare i primi passi, bambini diversamente abili o con disturbi evolutivi, genitori in attesa, persone che lavorano nell’ambito dell’assistenza o della cura a un familiare, e in generale tutti gli appassionati alla ricerca sul movimento. In questo laboratorio, esploriamo il valore cruciale del movimento e della tattilità per lo sviluppo.